Sommario
1.  10 Febbraio: “Giorno del Ricordo”
 
2.  Croazia. Buie. Premio al vincitore della gara nazionale di Lingua e Letteratura Italiana.
3.   Il nostro impegno per Asmara 
4.  Associazioni  ed Associazionismo5.     Storie di emigrazione. Testimonianza di Giulia Verticchio. 
6.   Notizie dell’Associazione  
7.   FACILITAZIONI PER I NOSTRI ASSOCIATI: A)-“ITALIAN LINKS”. Studiare in Italia; B)-Servizio Ricerca Documenti. 

 Il Giorno del Ricordo e’ una solennita’ civile italiana celebrata il 10 Febbraio di ogni anno che ricorda i massacri delle Foibe e l’esodo dei Giuliano Dalmati. Istituita con la Legge n. 92 del 30 Marzo 2004 (Legge Menia dal nome del deputato proponente, On.le Roberto Menia), ha lo scopo “di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo dalle loro terredegli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e delle piu’ complesse vicende del confine orientale”. La legge fu approvata dal Parlamento Italiano con una larghissima maggioranza, comprendente parlamentari di tutti i gruppi, eccetto alcune frange della sinistra estrema. Non  ci e’ possibile – anche per ragioni di spazio –   esporre qui compiutamente il significato che le vicende delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata ha rappresentato per chi fu coinvolto in quelle vicende, ne’ proporre una ricostruzione storica di quelle vicende. Ci limitiamo a riportare alcune frasi pronunciate dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento alle celebrazioni del 2007.

Egli affermò: «[…] già nello scatenarsi della prima ondata di cieca violenza in quelle terre, nell’autunno del 1943, si intrecciarono “giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista, rivalse sociali e un disegno di sradicamento” della presenza italiana da quella che era, e cessò di essere, la Venezia Giulia». Il presidente proseguì: «Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una “pulizia etnica”». Napolitano affermò altresì che “quel che si può dire di certo è che si consumò – nel modo più evidente con la disumana ferocia delle foibe – una delle barbarie del secolo scorso”. Precedentemente, Napolitano aveva proceduto alla consegna dell’onorificenza per gli infoibati alla memoria di 25 vittime degli jugoslavi. Fra di essi, vennero ricordati i fratelli Nicolò e Pietro Luxardo. In quell’occasione avevano ricevuto la decorazione anche i parenti di Vincenzo Serrentino, ultimo prefetto di Zara, catturato a Trieste dai partigiani jugoslavi nel maggio 1945 e fucilato a Sebenico nel 1947 come criminale di guerra. Questi concetti il Presidente Napolitano li ribadì negli anni successivi; così nel 2013 tornò ad usare in parte alcune espressioni del suo primo discorso del 2007, affermando che il Giorno del ricordo fosse stato istituito: «per rendere giustizia agli italiani che furono vittime innocenti – in forme barbariche raccapriccianti, quelle che si riassumono nell’incancellabile parola “foibe” – di un moto di odio, di cieca vendetta, di violenza prevaricatrice, che segnò la conclusione sanguinosa della seconda guerra mondiale lungo il confine orientale della nostra patria. E a cui si congiunse la tragica odissea dell’esodo di centinaia di migliaia di istriani, fiumani e dalmati dalle terre loro e dei loro avi”.

 A noi sembra doveroso che si renda omaggio al sacrificio e alle sofferenze dei nostri fratelli giuliano-dalmati, definiti “italiani due volte, per nascita e per scelta”, ricordando come il loro immenso amore per l’Italia non fu ripagato in egual misura dalla Madre Patria, che si comporto’  piu’ come “matrigna” che come Madre. Non e’ per polemica che si ricorda l’accoglienza avuta alla stazione di Bologna del treno che trasportava i profughi da Trieste verso Roma ed altre citta’ del Sud , treno che non pote’ sostare nella stazione della citta’ felsinea per lo sciopero dei ferrovieri comunisti che impedirono così che si potessero somministrare viveri e generi di conforto; così come non e’ per polemica che si ricorda quale fu il trattamento che molte amministrazioni comunali ebbero nei confronti degli esuli: accolti sì, ma in campi profughi, in baraccamenti posti alle estreme periferie dei centri abitati, “nascosti” alla vista dei benpensanti, ai quali il dramma delle foibe e dell’esodo doveva essere nascosto e fatto dimenticare, cosi’ come in molte citta’ anche quando si costruirono case per i profughi, i luoghi prescelti furono ancora periferie isolate. Anche per questo molti di quei profughi diventarono  dopo qualche anno “emigranti” e così la diaspora giuliano dalmata, dall’Italia matrigna, si disperse nel mondo intero, dalle Americhe all’Australia, costituendo una importante componente dell’emigrazione italiana, portando ovunque profondo amore per l’Italia e per la terra d’origine, affermandosi ovunque e senza eccezioni per laboriosita’, serieta’, impegno nel lavoro e nell’ambito sociale. A questi nostri fratelli, profughi prima ed emigrati poi, va il nostro abbraccio fraterno e solidale.

In Italia in occasione del Giorno del Ricordo 2022 si svolgeranno numerose manifestazioni ufficiali, organizzate dalle varie autorita’ Comunali e Regionali, oltre alla Manifestazione Nazionale che si svolgera’, come negli anni passati nell’Aula della Camera dei Deputati. A queste celebrazioni parteciperanno i pochi esuli ancora viventi, raggruppati nelle tante Associazioni  che li rappresentano, tra le quali citiamo l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, l’Unione degli Istriani, il Libero Comune di Zara in esilio, il Libero Comune do Fiume in Esilio, il Comitato 10 Febbraio). Fuori dai confini nazionali non sappiamo se e quali iniziative le Ambasciate, i Consolati, gli Istituti Italiani di Cultura, i ComItEs sapranno e vorranno prendere. Preghiamo i nostri lettori di informarci di tutte le iniziative di cui verranno a conoscenza.         

 (Nella foto il manifesto del Comitato 10 Febbraio per il Giorno del Ricordo 2022)

Per saperne di piu’: https://www.10febbraio.it
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2). CROAZIA. Buie. Rafael Vizintin della Scuola Elementare Italiana “Edmondo De Amicis” di Buie, premiato con l’Oscar croato del Sapere.

Rafael Vižintin con l’insegnante Sara Trento Pavatić

Nei locali della Scuola Elementare Italiana  “Edmondo De Amicis” di Buie è stato consegnato l’”Oscar croato del sapere” a Rafael Vižintin, oggi alunno della quinta classe, ma al tempo del concorso frequentante la quarta elementare. Ha ottenuto un grande e significativo riconoscimento nel campo dell’istruzione per il successo conseguito nelle gare nazionali di Lingua e letteratura italiana, ove si è classificato al primo posto. Il premio consta in una scultura, che rappresenta un albero con la chioma a forma di cervello umano, opera della studentessa Chiara Cetušić della Scuola d’Arti applicate e Design di Zagabria. I premi sono stati consegnati agli alunni vincitori di tutta la Croazia presso le scuole di provenienza, a causa della pandemia che non ha permesso di organizzare una cerimonia ufficiale, gia’ spostata da giugno a settembre e che il protrarsi della situazione sanitaria non ha consentito l’organizzazione di eventi di tale portata.

Intervistato da “La Voce” il piccolo Rudolf  ha risposto ad alcune domande.              Quanto ti sei preparato per partecipare a questa gara e ti aspettavi di raggiungere quest’ottimo risultato?    “Per partecipare a questa gara mi sono preparato circa due mesi, per un’ora e mezza al giorno. Dopo i risultati delle regionali scolastiche, dove non ero risultato tra i migliori, avevo perso un po’ di fiducia, non mi aspettavo certo quest’ottimo risultato”.

Quale docente ti ha seguito nelle preparazioni? È stato difficile?    “Mi sono preparato con l’insegnante Sara Trento, mia capoclasse di allora. Non è stato difficile grazie all’immenso aiuto di quest’ultima e al costante supporto della mia famiglia”.

Cosa significa per te la lingua italiana?   “La lingua italiana è la mia lingua madre, sono cresciuto con essa, quindi per me è tutto: cultura, storia, scienza e conoscenza”.

Quanto tempo dedichi alla lettura e quali libri preferisci?    “Mi piace leggere, alla lettura dedico da una a quattro ore al giorno. Preferisco i libri di storia, cultura e scienza”.

Bravo Rudolf! E brava anche la Tua insegnante Sara Trento Pavatić che ti ha aiutato a raggiungere questo primo traguardo. La nostra Associazione Ti augura di proseguire con buon profitto nei Tuoi studi e di ottenere sempre ottimi risultati negli studi prima e nell’attivita’ lavorativa poi.

Associazione Culturale “Identita’ Italiana – Italiani all’estero” – Comitato di Croazia

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3.-Il nostro impegno per Asmara. La chiusura della Scuola Italiana di Asmara ha posto fine ad una storia iniziata nel lontano 1903, ma l’impegno per mantenere viva la presenza della lingua e della cultura italiane in Eritrea non verra’ meno.

 DAL NOSTRO COMUNICATO DELLO SCORSO OTTOBRE: “Il 7 ottobre scorso, con la riconsegna dei locali della scuola italiana di Asmara al rappresentante dello Stato Eritreo, legittimo proprietario, si e’ conclusa nel peggiore dei modi, una esperienza nata nel lontano 1903: ad Asmara la Scuola Italiana non esiste piu’. Nel silenzio dei grandi mezzi d’informazione, nel disinteresse di una classe politica inadeguata (primi fra tutti i parlamentari italiani eletti all’estero, senza distinzioni di partito), di fronte a un’opinione pubblica cloroformizzata e disabituata a seguire le vicende fondamentali per la esistenza e la ragion d’essere di una Nazione, con la complice acquiescenza del mondo della Scuola e della Cultura, si sono cancellati 119 anni di storia. Solo chi, italiano o eritreo, quella Scuola ha frequentato puo’ descrivere l’importanza che essa ha avuto nella formazione professionale e culturale di tantissimi giovani. Come viene narrato nell’articolo di ieri dell’Antidiplomatico (la testata online e’ stata tra le poche ad aver diffuso la notizia) le cause della chiusura sono risalenti nel tempo ed ascrivibili in gran parte a responsabilita’ italiane. Bisogna partire da lontano, da quando l’Italia, finita l’esperienza coloniale, ha trascurato i rapporti con il popolo eritreo, ma sicuramente la situazione si e’ via via aggravata, prima a causa spending rewiew, con la riduzione delle spese che ha colpito tutte le Scuole Statali Italiane all’estero, abbassandone il livello culturale, poi con la inspiegabile inadempienza delle Autorita’ Italiane  a dar vita al Comitato Paritetico Italo-Eritreo che avrebbe dovuto  occuparsi della gestione della Scuola, culminato poi con gli atteggiamenti  completamente irrispettosi della Dirigente della Scuola stessa nei confronti delle Autorita’ del Paese ospitante, atteggiamenti non adeguatamente controllati da parte dell’Autorita’ Diplomatica Italiana. Pur non volendo addossare tutte le responsabilita’ all’attuale Ministro degli Esteri, e’ pur vero che, mentre l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ci aveva garantito che “il nuovo Ambasciatore Italiano ad Asmara, il dottor Mancini, aveva avuto l’incarico di rimuovere gli ostacoli alla riapertura della scuola” (chiusa per una improvvida impennata della Dirigente Scolastica, teniamolo bene a mente), il risultato di tanto impegno e’ stato quello sopradescritto. Come minimo si sarebbe potuto ottenere dal Governo eritreo una chiusura graduale, onde consentire agli alunni che frequentavano la scuola di concludere il corso di studi: sarebbe stata la risposta piu’ rispettosa alle famiglie che avevano scelto la scuola italiana per la sua visione europea di crescita e di formazione di un pensiero critico.  Ripetiamo: e’ stato un risultato molto deludente: e’ inutile  che il sottosegretario Della Vedova parli al Senato  di quanto siano importanti gli Italiani all’estero  per la diffusione e l’affermazione del “potere gentile” della Lingua e della Cultura Italiana nel Mondo, se poi si trascurano  gli strumenti che gia’ esistono ed hanno una collaudata esperienza. Vorremmo chiedere al Ministro Di Maio quali provvedimenti sono stati presi nei confronti del precedente Ambasciatore italiano ad Asmara? E nei confronti della Dirigente Scolastica della Scuola diAsmara? Saranno stati destinati a qualche incarico piu’ importante o in una sede piu’ prestigiosa o saranno stati sistemati  in qualche ufficio direttivo dei Ministero ? Vorremmo una risposta. La vogliono i genitori di quei bambini di Asmara che negli anni hanno fatto molti sacrifici per far frequentare ai loro figli la Scuola italiana; la vogliono quei bambini che, inseriti improvvisamente nella scuola statale, si trovano perennemente in punizione solo perche’ chiedono “perche’…..?”  Ministro Di Maio, se non e’ troppo occupato a pubblicizzare il suo libro (pare che ne stiano preparando una edizione in lingua cinese….) ci risponda!”

Questo il comunicato stampa con il quale lo scorso ottobre commentavamo con amarezza la definitiva chiusura della Scuola Italiana di Asmara, la piu’ antica tra le Istituzioni Scolastiche Statali Italiane all’estero e quella con il maggior numero di alunni iscritti e frequentanti. Torniamo oggi sull’argomento, perche’ siamo testardi e non vogliamo far cadere nel nulla l’impegno profuso per tanti anni da insegnanti e studenti della Scuola Italiana. La presenza culturale Italiana in Eritrea non puo’ appassire per l’ignavia dei nostri governanti. La nostra Associazione dara’ vita a un Comitato composto anche da non appartenenti all’ Associazione per elaborare, sotto la guida della nostra amica la “Maestra Linda”,  e portare a compimento un progetto dedicato proprio a conseguire questo obiettivo. Chiediamo la collaborazione soprattutto ad insegnanti ed ex insegnanti delle Scuole Italiane all’estero, ma anche a studenti, a uomini e donne della cultura italiana, studiosi, accademici, giornalisti, editori, artisti che vogliano supportarci in questo tentativo. Se e’ vero che la Cultura e’ la vera ricchezza della nostra Nazione, aiutateci a distribuire questa ricchezza anche ai nostri amici eritrei, un popolo con il quale abbiamo costruito una storia comune per oltre un secolo. Chi volesse collaborare o anche solo inviarci consigli e suggerimenti,  ci contatti  scrivendo a: identit.itestero@libero.it)

4.- Associazionismo ed Associazioni.

Le associazioni svolgono un ruolo importante nel mantenere unite le nostre comunita’ di emigranti e nel rinsaldare i rapporti con la Madre Patria. Ne esistono moltissime e di diverse tipologie (sportive, regionali, culturali, professionali, ricreative, di categoria, ecc.) Contiamo attraverso questa nostra pubblicazione di farvene conoscere una ogni mese. Cominciamo  con:

LA UNIONE NAZIONALE UFFICALI IN CONGEDO D’ITALIA-Spagna / Isole Canarie (E).
 

L’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (UNUCI) è l’Associazione degli Ufficiali che hanno appartenuto, con qualsiasi grado, alle Forze Armate e ai Corpi Armati dello Stato Italiano. L’UNUCI, ispirandosi alle tradizioni militari italiane, provvede in special modo a mantenere vivo l’attaccamento alle Forze Armate e ai Corpi di appartenenza; ad aggiornare la preparazione professionale degli iscritti, curandone la cultura, l’addestramento e l’attività fisica e sportiva; a rendere sempre più saldi i vincoli fra gli ufficiali in congedo e quelli in servizio di tutte le Forze Armate e dei Corpi Armati dello Stato. L’UNUCI è un’Unione apolitica e accoglie gli ufficiali in congedo dell’ Esercito, della Marina, dell’ Aeronautica, dei Corpi Armati dello Stato, della Croce Rossa Italiana e del Sovrano Militare Ordine di Malta, di qualsiasi grado e in qualsiasi posizione, nonché i cappellani militari appartenenti al ruolo ausiliario ed a quello della riserva.
I componenti della Sezione UNUCI-Spagna, sulla falsa riga dell’Unione Nazionale, sono presenti su tutto il territorio spagnolo e sono impegnati a promuovere i valori a cui si ispira il giuramento da Ufficiale ed in particolare la fedeltà alla Repubblica Italiana. Al fine di consolidare i legami fra i suoi soci e stimolarne la capacità di aggiornamento, la Sezione si riunisce sporadicamente per delle serate conviviali, che diviene anche di approfondimento nel caso in cui venga invitata una personalità militare o civile, nota per la sua esperienza. Oltre a partecipare alle cerimonie a cui si è invitati da parte delle autorità spagnole e italiane, si programmano visite di carattere storico-militare, per esempio sui sacrari italiani ed i luoghi di maggior interesse culturale in terra spagnola. 
 La Sezione UNUCI per la Spagna fu istituita nel giugno del 2019 e venne intitolata all’eroe della Grande Guerra M.A.V.M. 1° Cap. Tranquillo Bianchi, che fu anche Console d’Italia a Malaga durante il periodo della Guerra Civile Spagnola.  
Essendo la sede nelle Isole Canarie, UNUCI-Spagna si trova in una posizione privilegiata grazie ai   numerosi collegamenti aerei con la penisola iberica e le altri principali città europee.
Un buon numero di connazionali risiede stabilmente o per lunghi periodi dell’anno in questo arcipelago definito,  a ragione, “Isole Fortunate” già dal naturalista latino Plinio il Vecchio. Tutti gli Ufficiali in congedo, ma anche Amici i quali condividano propositi e spirito dell’UNUCI pur non avendo servito come Ufficiali nelle Forze Armate, sono benvenuti nell’Associazione che non persegue nessun fine politico o di lucro.
Maggiori informazioni su questa Sezione UNUCI all’Estero possono essere desunte sul sito www.unuci.es.

                                      Il Presidente della Sezione UNUCI-Spagna / Isole Canarie,

                                          S.Tenente dei Carabinieri  Pil. (R) Giuseppe Coviello
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 5.- Storie di emigrazione. “Da Roma alla Francia all’Inghilterra al Canada”. Testimonianza di Giulia Verticchio.

Sono nata e cresciuta a Roma, nel cuore di Roma, tra lo Stadio Olimpico e la Basilica di San Pietro, da madre della campagna romana e padre abruzzese. Passando a Gaeta tutte le estati della mia vita, ho sempre anche amato il dialetto napoletano, la mozzarella di bufala, il pesce, il mare. Questo per dire che sono cresciuta in luoghi bellissimi, che tutto il mondo ci invidia e vuole vedere almeno una volta. In famiglia tutti molto radicati sul territorio. Io l’ultima di 3 figli. La curiosità di vedere cosa c’è altrove, l’ansia esistenziale di non vivere una vita qualsiasi e non essere una qualsiasi, l’inquietudine di voler vivere forse più vite differenti piuttosto che una sola in un unico luogo, mi hanno attirata in Erasmus in Francia per la prima esperienza all’estero, con una borsa di studio europea. Per passare questi 6 mesi presso l’Université d’Angers ho vinto le paure mie e dei miei genitori, che mi hanno dato genuina fiducia, pur temendo che non ce l’avrei fatta. Le famose radici e ali che tutti i genitori dovrebbero dare e che io ho avuto la fortuna di ricevere. Ricordo il primo mese di sopravvivenza e solitudine come molto difficile. Una convivenza con me stessa dal silenzio assordante. Poi piano piano capivo il francese sempre di più, a lezione prendevo appunti, studiavo tutta la notte per gli esami e il giorno dopo andava bene, si schiudeva il guscio, facevo amicizia con spagnoli, francesi, americani, altri italiani, avevo una festa ogni sera. Quell’esperienza ha cambiato tutto, sono tornata a Roma affamata di vita ed esperienze, ho finito la magistrale più velocemente, ho iniziato a lavorare mentre studiavo, l’anno dopo sono andata a vivere qualche mese in UK, a Bristol, per imparare l’inglese quanto il francese. Una storia d’amore sbocciata in quel contesto mi tiene legata all’Inghilterra per 3 anni, facendo avanti e indietro. A quel punto mi sento pronta per andare più lontano, sono curiosa di provare Montreal, bilingue, in Nord-America. Vinco una Working Holiday Visa dell’Ambasciata con un permesso di lavoro di 6 mesi e mi dico che bastano, fa freddo ed è lontano. 6 mesi e torno. Ma trovo un contesto di convivialità, qualità della vita, sicurezza, onestà, meritocrazia, serenità sociale, equilibrio tra sforzo e risultato, lavoro e tempo libero, guadagni e costi, ragionevolezza popolare, che mi fanno sentire bene… inizio a lavorare per una radio facendo il lavoro che avevo sempre voluto fare, i colleghi diventano la mia seconda famiglia, faccio amicizia con persone stupende che tirano fuori la parte migliore di me.. inizio a scrivere per un giornale… e collaborare come volontaria per la Fondazione Comunitaria Italo-Canadese, la Semaine Italienne de Montréal, la Association of Italian-Canadian Writers… poi il mio work permit sta per scadere, non è rinnovabile, mi sento strappata da un percorso d’oro, che mi ero cucita addosso, non voglio tornare in Italia da perdente che non ce l’ha fatta, non voglio lasciare quello che ho trovato… così a 28 anni, con 2 lauree italiane in tasca, ritorno agli studi universitari. Vengo ammessa all’Université du Québec de Montréal (UQAM), ottengo uno study permit, inizia un faticoso percorso accademico per il quale non avevo obiettivamente il giusto livello linguistico, con un metodo di studio e di ricerca completamente diverso da quello a cui ero abituata, posso lavorare però all’interno dell’ateneo come ausiliaria all’insegnamento dell’italiano, e lavorare a tempo parziale off-campus, e quindi riprendo in mano tutto. L’università quebecchese mi apre nuove porte, e nel frattempo alla radio il mio ruolo si amplifica e diversifica, al giornale divento una penna fissa di redazione, insegno italiano ai bambini presso un patronato, insegno beni culturali presso l’Istituto Italiano di Cultura del Consolato, presento perfino una Festa della Repubblica presso la Casa d’Italia di Montréal. Apprezzo il freddo estremo, la troppa neve, la felicità popolare in primavera, l’euforia dell’estate, con le tante attività musicali in città e sportive nella natura, i colori magici dell’autunno. Sono stata felicissima della mia dimensione e convintissima delle mie scelte fino all’arrivo della pandemia o forse solo fino a poco fa. Il Canada, notoriamente tollerante, democratico, gentile, libero, genuino, garante delle differenze, e il Québec, solitamente ricco di gioia di vivere, cultura, spontaneità, amore per le sfumature spettinate, si sono completamente trasformati creando un clima che non riconosco più. Comunque, qualunque cosa diventi questo paese e ovunque sarà il mio futuro, questi 7 anni a Montreal resteranno sempre i più belli e importanti della mia vita e mi hanno cambiata ormai in meglio, per sempre.
Giulia Verticchio                                     
                                                                         
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6.  Notizie dall’Associazione

Argentina e Uruguay.

    Il compito difficile della promozione della nostra Associazione nelle Repubbliche di Argentina e Uruguay e’ stato affidato alla Signora Adriana Valdez Facchineti, residente in Cordoba (Argentina)di famiglia originaria della Provincia di Modena, insegnante erlementare, laureata in Giurisprudenza.

Contatto: valadrys@gmail.com

Lombardia.

L’incarico di costituire il comitato della nostra Associazione in Lombardia e’ stato assunto da Alex Grassi, di Busto Arsizio, studente universitario laureando in Giurisprudenza con una tesi in diritto internaziomale

Contatto: alexgrassi12@gmail.com

Croazia.

Sara’ la Signora Eleonora Vio, residente a Zagabria, ligure di origine, centralinista, ad occuparsi della costituzione del Comitato dell’Associazione nella Repubblica di Croazia

Contatto: eleonorarouge@yahoo.it

Dalla Presidenza

Il Presidente dell’Associazione, Avv. Aldo Rovito ha inviato una lettera ai responsabili delle Ambasciate Italiane nel Mondo per chiedere loro di celebrare il prossimo 10 Febbraio il “Giorno del Ricordo”.

  7.   FACILITAZIONI PER I NOSTRI ISCRITTI    
 A). “ITALIAN LINKS”. Accordo tra la nostra Associazione e un’ importante istituzione scolastica italiana per offrire ai figli dei connazionali  emigrati e a tutti gli italodiscendenti la possibilita’di partecipare a corsi residenziali (in Italia) di Lingua e Cultura Italiana.
 Grazie ad un accordo di collaborazione raggiunto  con il Comitato Toscano delle Scuole di Lingua e Cultura Italiana, nel comune desiderio di proporre ai nostri amici associati alcuni strumenti operativi atti a rafforzare la propria identità italiana, è con grande piacere che Vi mettiamo a conoscenza del 1° Corso di Lingua e Cultura Italiana denominato  “Italian Links“.
 

“ITALIAN LINKS” vuole essere il  Primo Corso di lingua e cultura italiana aperto agli italiani residenti all’estero, ai loro figli e ai discendenti degli emigrati italiani nel mondo.

“ITALIAN LINKS”  nasce per:

   –  rafforzare l’identità, i legami personali e culturali tra i discendenti degli emigrati e la loro terra d’origine;

  –  sviluppare nei giovani partecipanti nuove competenze linguistiche e culturali in lingua italiana.

I partecipanti potranno così ritrovare ed approfondire la cultura, la storia, la lingua dei lontani parenti per consolidare la propria identità e, al contempo, affrontare una nuova esperienza  sociale, culturale ed anche  lavorativa per divenire i nuovi “Ambasciatori” di Italian Links nel mondo.

Per le informazioni sui corsi, sui costi e sugli sconti riservati ai nostri associati, gli interessati dovranno inviare una mail a: identit.itestero@libero.it  indicando: il proprio nome, cognome, data di nascita, studi effettuati, indirizzo di residenza e di posta elettronica, nonche’ l’intenzione di iscriversi ai corsi di “Italian Links”. Noi provvederemo a metterrvi in contatto con il Dott. Alessandro Borrani che, in qualità di Presidente del Comitato Toscano, assistera’ gli studenti per le iscrizioni.

Il corso della durata di 8 settimane (20 ore alle settimana dal Lunedì al Venerdi) sarà tenuto interamente in italiano e garantirà, agli studenti di origine italiana, uno sconto del 50% sui prezzi praticati correntemente dalla scuola.”Corso ITALIANO STANDARD 20  della durata di n. 8  settimane, ovvero mesi 2,  e di ore 20 ciascuna: da Lunedì a Venerdì, 4 ore al giorno con orario 8:30-12:30

Prezzo del corso: € 1.400 sconto del 50% per studenti con comprovate origini italiane: € 700,00.

E’ obbligatoria  la previa iscrizione alla nostra associazione  e il pagamento della quota sociale (€ 5,00), quale garanzia per ottenere lo sconto.                                                                           ***
B. Un aiuto ai nostri connazionali all’estero per ottenere documentazione presso uffici italiani. 
 HAI DIFFICOLTA’ A CONSEGUIRE I DOCUMENTI NECESSARI PER IL RICONOSCIMENTO DELLA CITTADINANZA ITALIANA PER DISCENDENZa? Su tutto il territorio italiano e’ possibile contattare il nostro amico, dott. Massimiliano Fabbri, il quale, dietro compenso anticipato CON TARIFFA AGEVOLATA per i nostri soci, si adoperera’ per il rilascio dei documenti necessari presso i Comuni italiani. Chi fosse realmente interessato, e’ pregato di scrivere 8eventualmente anche in lingua inglese o spagnola al seguente indirizzo di posta elettronica: massimilianofabbri@pec.it accompagnando la richiesta con nostra dichiarazione di iscrizione all’Associazione. In risposta il dott. Fabbri specifichera’ i tempi previsti per l’ottenimento della documentazione e le modalita’ di pagamento – anticipato – del compenso.
TARIFFARIO     – Pratica sul territorio italiano NON in convenzione: €. 200,00;     – Pratica sul territorio IN CONVENZIONE: €. 160,00 (-20%);     – Pratica NON sul territorio italiano NON in convenzione: €.220,00;     – Pratica NON sul territorio italiano IN CONVENZIONE: €. 200,00 (-9%).            

                               
                                

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